La nostra storia

Un tedesco a Roma. Max Bretschneider
Il nome della casa editrice si collega a Max Bretschneider, originario della Sassonia, che nel 1896 rilevò insieme al socio Walter Regenberg la libreria romana di Ermanno Loescher.
All’indomani dell’unificazione è ben documentata la presenza nei principali centri d’Italia di personalità provenienti da paesi stranieri e portatrici di competenze tecniche e pratiche connesse alla carta stampata. Soprattutto in Germania infatti il commercio librario e l’editoria avevano in questi anni registrato notevoli progressi e il mercato italiano legato alle richieste dei ceti colti locali sembrò offrire un promettente spazio per diffondere le attività legate alla stampa.

1898-1909
In questi anni l’attività editoriale di Max Bretschneider fu secondaria rispetto al commercio dei libri, ma già in questa fase vengono pubblicati numerosi volumi che recano nel frontespizio la dicitura «Ermanno Loescher & C. (Bretschneider & Regenberg)», accompagnata da un logo che presenta due animali affrontati in posa araldica ai lati di uno scudo che reca le iniziali B[retschneider] e R[egenberg]. Gli interessi editoriali spaziano dalla letteratura, come testimoniano i volumi Bibliografia analitica petrarchesca e Le satire di Giovanni Giraud, all’antichistica e all’archeologia, con la pubblicazione di lavori come Studi di storia antica di Beloch e Il Foro Romano di Huelsen. Questo legame con il mondo classico rimarrà saldo, divenendo poi l’aspetto identitario della casa editrice nelle sue successive fasi di vita.

1910-1950
L’attività libraria di Max Bretschneider proseguì prima in via del Tritone e poi in via Cassiodoro a Roma sempre nel solco dell’interesse dei libri d’arte e di storia. Fu il figlio Giorgio Bretschneider, al ritorno in patria dopo la guerra combattuta in Africa e dopo aver conseguito la laurea in Lettere con uno studio sulla Basilica di Santa Maria Maggiore, a subentrare con la sorella Erminia all’attività del padre, intitolando la Casa Editrice da allora col nome «L’Erma» di Bretschneider.
Fu sempre Giorgio a consolidare la nascente attività editoriale circoscrivendone il campo d’azione all’antichità greca e romana, firmando contratti con autori di chiara fama, come Doro Levi, Giovanni Becatti, Massimo Pallottino, Santo Mazzarino, ancora oggi figure di riferimento per lo studio delle antichità. Fu inoltre il primo in Italia a iniziare un fitto programma editoriale di reprints, riconoscendo l’importanza di rendere nuovamente disponibili per la comunità degli studiosi le opere del passato attraverso edizioni anastatiche.

Giorgio Bretschneider Editore e la fondazione del nuovo marchio
Nel 1973 Giorgio sciolse la società di cui faceva parte e fondò la Giorgio Bretschneider Editore, casa editrice indipendente e fortemente caratterizzata dalla scelta del mondo antico come campo d’elezione. Grazie alla passione e alla competenza di Giorgio che aveva intuìto la necessità di leggere e far conoscere il mondo antico nella molteplicità delle sue declinazioni, si consolidò la relazione con le più prestigiose firme italiane e internazionali nell’ambito dell’archeologia e della storia antica. La casa editrice Giorgio Bretschneider vanta ancora oggi infatti con i più importanti atenei stabili collaborazioni che hanno dato vita a collane e riviste scientifiche, come Monumenti Antichi dell'Accademia Nazionale dei Lincei, Archaeologica, Studi Etruschi, facendone un punto di riferimento di rilevanza nazionale e internazionale per una grande comunità di studiosi.

Boris Bretschneider editore e le scienze dell’antichità verso il futuro: la terza generazione
Dal 1996 la casa editrice è diretta dal figlio di Giorgio, Boris Bretschneider. La sua attività e scelte editoriali hanno alla base la convinta e salda fiducia nei valori ereditati dalla tradizione familiare cui dà seguito. Su queste basi continua a operare nel campo delle scienze umanistiche con un’attenzione particolare alla qualità delle opere pubblicate.
Per sua volontà, nel 2021 la casa editrice rinnova la propria immagine grafica, mantenendo lo stretto legame con la sua storia e valorizzando il recupero delle proprie origini grazie a un richiamo all’ambito editoriale germanico. Il nuovo logo infatti propone una rivisitazione delle iniziali del suo fondatore attraverso l’utilizzo del carattere Optima. Disegnato dal calligrafo tedesco Hermann Zapf su ispirazione delle scritture classiche, l’Optima conserva infatti l’autorevolezza della capitale romana, modernizzandola, cogliendo a pieno il carattere della casa editrice e della sua missione culturale.